Tenerezza by Eugenio Borgna

Tenerezza by Eugenio Borgna

autore:Eugenio Borgna [Borgna, Eugenio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2022-05-11T12:00:00+00:00


La tenerezza di Emilia.

Dai vasti quartieri della memoria rinascono le immagini delle pazienti che seguivo in manicomio, le rivedo nella loro tenerezza e nella loro gentilezza, che si disegnavano nei loro volti e nei loro sguardi, nei loro stati d’animo e nelle loro emozioni, nelle loro inquietudini e nelle loro angosce, nelle loro attese e nelle loro fragilissime speranze, che temevo di infrangere con le mie parole, ma anche con le mie esitazioni, e con le mie insicurezze. Una sola parola sbagliata, o una sola insistenza nello sguardo, poteva ridestare roveti ardenti di angoscia, e di disperazione; e da queste pazienti, giovani e anziane, molto giovani e molto anziane, le une si alternavano alle altre, dalle depressioni alle depressioni bipolari, dalle ossessioni alle schizofrenie, vorrei fare riemergere Emilia: l’ho descritta in un mio lavoro che è uscito in rivista negli ultimi anni della mia vita manicomiale. Il tema del mio testo, la logica del cuore come premessa alla conoscenza della schizofrenia, ne diceva l’orientamento fenomenologico.

La malattia si è iniziata in Emilia in giovanissima età, a sedici anni, con una sintomatologia che la rendeva indifesa e umbratile, timida e riservata, sperduta e fragilissima, immersa in una solitudine che la isolava dall’ambiente, e si accompagnava a tenerezza e a gentilezza ferite, ad angoscia e a dolore, rendendola mite e silenziosa. Non c’erano deliri, e non c’erano allucinazioni, e nondimeno ne era inconfondibile la matrice psicotica, che riemergeva dalla introversione, dalla stanchezza di vivere, e dalla perdita della speranza. Le cure aiutavano Emilia a stare meglio, si davano dosi non alte di farmaci, e dopo qualche mese era dimessa. Ma, tre anni dopo, rientrava da noi, sempre fragilissima, e sempre immersa in una dolorosa solitudine autistica, che la isolava, e non le consentiva se non balenanti aperture al mondo della vita. Le mie parole cercavano di adeguarsi ai suoi stati d’animo, e alle sue attese, alternandosi al silenzio, che non interrompeva il dialogo e lo continuava in un altro modo. In ogni colloquio Emilia si avvicinava, e si allontanava, si apriva, e si chiudeva, alla febbrile ricerca di una comunità di cura, e forse di destino. Non ci sono state esperienze allucinatorie e deliranti nemmeno nella seconda degenza: la malattia si snodava seguendo i sentieri tematici della prima degenza, che la rendevano fragilissima, e la chiudevano nei confini di una profonda solitudine, dalla quale non poteva uscire. Le cose miglioravano, poteva essere dimessa, e la vita di Emilia riprendeva lentamente il suo cammino; ma, dopo la legge di riforma della psichiatria, non siamo stati piú noi a seguirne il decorso.

La malattia in psichiatria si manifesta talora, come in Emilia, in modi cosí fragili e spauriti, cosí arcani e timidi, cosí silenziosi e interiorizzati, che può essere diagnosticata se ci sono sguardi capaci di intravedere gli invisibili dolori dell’anima, e curata se ci sono slanci di tenerezza inclini ad ascoltare i battiti dei cuori malati. Non si parla di solito di una forma di sofferenza psichica, come questa, che grida nel silenzio, in attesa di essere ascoltata, e di una parola, di una carezza, di un sorriso, o di una lacrima.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.